Dalla Riviera romagnola ai litorali pugliesi con droni e videocamere per combattere l'erosione costiera. Lo prevede il progetto Stimare (Strategie Innovative per Monitoraggio e Analisi del Rischio Erosione), coordinato dall'Università di Bologna (professoressa Renata Archetti), realizzato insieme al Politecnico di Bari e finanziato dal ministero dell'Ambiente. L'attività dell'uomo lungo le coste - l'alterazione dei bacini fluviali e del paesaggio, l'estrazione di acqua e idrocarburi dal sottosuolo - finisce inevitabilmente per accelerare i processi di erosione costiera, spiega l'Università di Bologna aggiungendo che allo stesso tempo, i cambiamenti climatici provocano mareggiate sempre più intense e distruttive, l'aumento del livello medio del mare e di conseguenza il progressivo arretramento delle coste.
Per contrastare questo fenomeno, nel corso dei prossimi due anni ingegneri costieri e meccanici, geologi, ecologi, geomatici e urbanisti saranno al lavoro allo scopo di realizzare strategie di protezione e gestione degli spazi costieri. "Un obiettivo ambizioso che i ricercatori contano di raggiungere con attività di monitoraggio innovative di alcuni siti pilota sul litorale adriatico e l'applicazione di modelli di previsione del rischio di erosione".
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